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Frode Carosello, Fatture false, crediti IVA… I soliti noti
La Frode Carosello è un sistema fraudolente utilizzato dal contribuente con lo scopo di raggirare il versamento dell’IVA, utilizzando una serie di passaggi di merce tra varie società registrate in Stati diversi.
Come ben sai, mettere in atto una frode vuol dire attuare un comportamento illecito che ha lo scopo di eludere una disposizione di legge.
Come puoi vedere tu stesso facendoti una navigata in internet, negli ultimi anni la frode più comune utilizzata da commercialisti, imprenditori e persino avvocati è quella chiamata “frode carosello”.
Lo scopo ultimo di questa genialata e quello di aggirare le normative in materia di IVA per mezzo di finte e inesistenti operazioni tra varie società nell’Unione Europea; il tutto termina con la richiesta di rimborso dell’IVA che viene dichiarata assolta all’estero.
Come funziona la Frode Carosello IVA
Le “frode carosello” è un sistema di frode fiscale utilizzato nell’ambito della normativa IVA (Imposta sul Valore Aggiunto).
In pratica viene messa in atto mediante l’utilizzo di “società cartiere” che vengono utilizzate nelle transazioni commerciali; nella realtà queste transazioni avvengono tra un soggetto economico residente in un Paese dell’Unione Europea e un’azienda italiana.
Il meccanismo della frode carosello viene messo in pratica in quanto, per la normativa comunitaria, in caso di acquisti intracomunitari realizzati, quindi, tra società appartenenti all’Unione Europea, le disposizioni consentono di detrarre l’IVA sugli acquisti.
Così, con finte operazioni intracomunitarie, le società possono realizzare un guadagno tramite un fittizio diritto a detrarre l’IVA.
La normativa vigente prevede l’applicazione dell’IVA sugli acquisti intracomunitari di beni, effettuati nel territorio dello stato nell’esercizio di imprese, arti o professioni o comunque effettuati da soggetti passivi d’imposta, nel Paese di destinazione del bene.
Quindi l’azienda che dovrebbe versare l’IVA, o debitore dell’imposta, è l’azienda acquirente o committente con il meccanismo dell’inversione contabile o reverse charge.
Con questo meccanismo, la società acquirente è tenuta a registrare la fattura ricevuta dalla società venditrice comunitaria, integrandola con l’ammontare dell’imposta IVA; andrà quindi registrata sia nel registro delle fatture emesse che nel registro degli acquisti.
Così la società acquirente potrà detrarre l’IVA a norma dell’articolo 19 del DPR n. 633/72; il risultato finale di questa operazione è che l’acquisto risulta neutro ai fini IVA per l’acquirente.
Nel momento in cui la società acquirente del bene lo andrà a rivendere all’interno del territorio dello stato, dovrà applicare l’IVA; a questo punto il diritto di detrazione passerà al nuovo acquirente o soggetto passivo dell’imposta.
Il funzionamento tecnico della frode carosello
Dal punto di vista tecnico, il funzionamento fraudolento della “frode carosello” è basato su operazioni triangolari tra paesi membri della Comunità Europea e con l’introduzione, nel meccanismo delle fatturazioni, di una o più società che fanno da filtro.
La condotta fraudolenta sta proprio nel realizzare operazioni fittizie per aggirare la normativa sul regime IVA applicata agli acquisti all’interno della Comunità Europea, con lo scopo di poter detrarre crediti IVA inesistenti.
Possiamo quindi sintetizzare il meccanismo fraudolento della frode carosello così:
- L’azienda “fornitore”, con sede all’interno della Comunità Europea, fattura la merce alla società cartiera italiana in regime di non imponibilità IVA, in base all’articolo 41 del D.L. n. 331/93. Ovviamente il fornitore è appartenente ad un paese U.E. diverso dall’Italia, che è quello in cui avviene la frode;
- La società interposta, chiamata comunemente “cartiera”, acquista il bene e lo rivende immediatamente, applicando l’IVA ordinaria con aliquota 22%, senza versare la relativa IVA esposta in fattura e senza presentare la dichiarazione IVA. L’unico scopo della società cartiera è quello di creare fatture per operazioni inesistenti, creare appunto “carte”. Ovviamente, essendo società finte, le stesse vengono intestate a soggetti prestanome e nullatenenti;
- A questo punto, la società reale acquirente della merce, può portare in detrazione l’IVA pagata e assolta sull’acquisto, creando così un indebito credito IVA, anche acquistando il prodotto ad un prezzo più vantaggioso.
La Società Cartiera: cosa è e quali sono le caratteristiche
La società cartiera, anche detta “missing-trader”, è il primo ingranaggio del meccanismo della frode carosello; a questa società viene fatturata la merce da parte dell’azienda fornitrice con sede all’interno della Comunità Europea e in regime di non imponibilità IVA (articolo 41, del D.L. n. 331/93).
La società cartiera, dopo aver integrato la fattura ricevuta dal fornitore estero, rivende la merce, in alcuni casi anche sottocosto, alla società italiana che di fatto è la reale acquirente e destinataria dell’acquisto, applicando l’IVA secondo legge (22%); consentendo a quest’ultima l’indebita detrazione dell’imposta assolta sugli acquisti, che di fatto non ha mai pagato.
Queste società cartiere sono generalmente amministrata da un soggetto prestanome il quale:
- Non svolge alcuna attività commerciale;
- Non istituisce le scritture contabili obbligatorie;
- Non presenta le dichiarazioni fiscali obbligatorie (redditi e IVA);
- Non possiede locali commerciali;
- Normalmente viene messa in liquidazione dopo pochi mesi dalla sua creazione.
Ovviamente, questo tipo di operazioni sono ben conosciute dagli esperti della Guardia di Finanza italiana, i quali, pur con tempi lunghi per la costruzione dei flussi di carte e soldi, arrivano sempre a scoprire la frode.
Ergo, che senso ha continuare a perpetrare in questa pratica che tanto, prima o poi, verrà portata alla luce, con la conseguente perdita di soldi e beni accumulati e con l’aggravante di finire in prigione?
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